Una sentenza dolorosa colpisce Tesla a sorpresa. I clienti europei ottengono una vittoria legale che avrà potenti ripercussioni globali.
Inizialmente poteva sembrare una delle solite controversie legali che coinvolgono le grandi aziende. Ma quella che ha colpito Tesla in questi giorni è qualcosa di più di una piccola sconfitta in tribunale. Il gigante delle auto elettriche guidato dal visionario Elon Musk, si trova ad affrontare una situazione senza precedenti che potrebbe minare la fiducia dei consumatori e aprire la strada a una valanga di cause simili in tutto il mondo.
La vicenda ha radici profonde, che risalgono al 2019. All’epoca, numerosi proprietari di Tesla in Norvegia avevano notato un calo inspiegabile dell’autonomia delle loro vetture. L’azienda aveva giustificato la cosa come un aggiornamento software necessario per proteggere le batterie, ma i clienti non ci avevano visto chiaro. Quella che sembrava una questione tecnica si è trasformata in una battaglia legale durata anni.
La sentenza che fa tremare Tesla
La Corte d’Appello di Borgarting ha emesso una sentenza che ha dell’incredibile. Tesla è stata condannata a risarcire i clienti norvegesi con 50.000 corone (circa 4.300 euro) per aver ridotto la potenza di ricarica delle loro auto. In alcuni casi, la diminuzione ha raggiunto addirittura il 30%.
La cifra del risarcimento può sembrare modesta, ma il vero colpo per Tesla è il precedente che questa sentenza crea. Esben Zimmer, portavoce dei ricorrenti, ha sottolineato l’importanza simbolica della decisione. Nemmeno i giganti della tecnologia non possono fare il bello e il cattivo tempo con i propri clienti.
Questa vicenda mette in luce un problema più ampio nel settore tech: la possibilità per le aziende di modificare le caratteristiche dei prodotti dopo la vendita attraverso aggiornamenti software. È come se aveste comprato un frigorifero e il produttore decidesse improvvisamente di ridurne la capacità di raffreddamento per “proteggere il compressore”.
Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra. Sostengono che le aziende non dovrebbero avere carta bianca nel peggiorare le prestazioni dei prodotti già venduti. È una questione di fiducia e trasparenza che va ben oltre il caso specifico di Tesla.
Per comprendere l’impatto di questi aggiornamenti software, basta pensare a quanto accaduto a un automobilista di Sète, in Francia. L’uomo è rimasto bloccato per 45 minuti in mezzo al traffico mentre la sua Tesla si aggiornava. Un’esperienza frustrante che ha causato un ingorgo e messo in luce i rischi di un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia.
Questa sentenza potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Se altri paesi seguiranno l’esempio della Norvegia, Tesla potrebbe trovarsi a fronteggiare una vera e propria tempesta legale. La reputazione dell’azienda, già messa a dura prova da controversie passate, rischia di subire un duro colpo. Con i concorrenti cinesi in agguato, potrebbe essere quello definitivo.