Stellantis, ancora grattacapi per il gruppo nel nostro paese: i lavoratori insorgono, si ferma tutto. Ecco quando.
Stellantis sta vivendo un momento particolarmente difficile nel nostro paese. Da un lato il gruppo è al centro dell’infinita polemica con il governo italiano, che negli ultimi giorni è tornata alla ribalta per la decisione ufficializzata dal ministro Urso di dirottare altrove i fondi del pnnr messi inizialmente a disposizione di Stellantis per la realizzazione della gigafactory a Termoli. La motivazione data è stata l’incertezza nelle tempistiche del progetto, che Stellantis a sua volta ha attribuito al caos normativo legato al futuro dell’automotive e alle difficoltà incontrate sull’elettrico (la domanda sulle zero emissione non permette di assicurare attualmente investimenti di tale portata).
Dall’altro lato c’è la difficile situazione dei lavoratori italiani. Il gruppo come detto per navigare le difficoltà del mercato moderno si trova costretto a ottimizzare il più possibile le risorse e abbassare i costi, ma l’ombra dello stop alla produzione e dei tagli preoccupa i dipendenti, che cercano rassicurazioni sul futuro degli stabilimenti italiani e sugli investimenti che Stellantis ha intenzione di fare nel nostro paese viste le sempre maggiori attività all’estero del gruppo. Ora lavoratori e dipendenti sono pronti all’azione.
E’ stato indetto dai sindacati per il prossimo 18 Ottobre uno sciopero generale dei lavoratori del Gruppo Stellantis. Fim, Fiom e Uilm si sono mobilitate per organizzare una manifestazione nazionale a Piazza del Popolo, a Roma, che avrà la durata di 8 ore. Il motivo, come detto, sono le preoccupazioni per il futuro dell’automotive nel nostro paese. “Dal 2007 la produzione di auto in Italia di Fiat (poi Fca e Stellantis) si è ridotta di quasi il 70% da 911.000 alle 300.000 stimate quest’anno se continuerà l’attuale tendenza” si legge del comunicato, che sottolinea anche che “meno della metà dei modelli venduti è prodotta in Italia”
A Stellantis viene chiesto di garantire attività e produzione sufficiente a garantire la salvezza di tutte le fabbriche e maggiori investimenti. Il messaggio che sindacati e lavoratori vogliono dare con questo sciopero non è però rivolto solo al gruppo, ma anche alle istituzioni italiane ed europee. A loro viene chiesto di sostenere con maggiori investimenti il settore, vista la complicata situazione dell’industria automobilistica europea. Quanto sta succedendo in Europa, a partire dalla crisi di Volkswagen, rischia di avere conseguenze disastrose anche per l’Italia.
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