La notizia tanto attesa è arrivata e ora l’Unione Europea è pronta a cambiare le carte in tavola. Sono in molti a festeggiare.
Il tira e molla in cui di mezzo ci sono finiti in special modo operai e dipendenti ha portato a una conclusione inaspettata. L’Unione Europea sembra esser decisa a cambiare le carte in tavola vista l’enorme crisi indotta dai regolamenti attuati in questi ultimi anni. Il settore dell’automotive sul vecchio continente sta soffrendo troppo e la soluzione sembra esser stata trovata da chi risiede nella “stanza dei bottoni”.

Tutto era iniziato con i cambiamenti climatici che causavano sempre più devastazioni a livello globale, ma poi diversi studi avevano trovato il nemico da sconfiggere: l’inquinamento. Quello causato dallo smog è risultato essere sempre fra i più impattanti ed è andato, nel tempo, a inficiare sui fragili ecosistemi esistenti sul pianeta. In più, ha da sempre provocato tumori e morte, ma la soluzione sembrava esser stata trovata e venne data a essa, da parte dell’Unione europea, la denominazione di Transizione ecologica.
Le aziende e gli schieramenti politici di centro destra si sono sempre opposti a tale iniziativa e hanno puntato i piedi portando avanti le proprie prerogative. L’Unione Europea non sembra aver certo aiutato loro a svolgere la transizione ecologica nella maniera più adeguata e il risultato è stato un corto circuito. La crisi del settore dell’automotive nasce da tutte queste dinamiche, dovute all’obbligo imposto dall’Ue di abbassare nel 2025 a 94 grammi al chilometro il limite delle emissioni medie dei veicoli prodotti. Ora, però, tutto sta per cambiare.
Unione europea, dopo il caos c’è il dietrofront
Tutte le aziende del settore motoristico che non si sarebbero adeguate ai regolamenti dell’Ue sulle emissioni avrebbero ricevuto una multa pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 che avrebbe superato la soglia. L’Unione europea, però, è tornata sui suoi passi e il governo italiano guidato da Giorgia Meloni sembra proprio stia esultando dinanzi a tale volontà (Fonte: Auto.everyeye.it).

Infatti, la nuova decisione arrivata dall’Unione europea è quella di dare altri tre anni di tempo alle aziende per potersi adeguare alle nuove normative. La minaccia dei dazi statunitensi, la pressione della concorrenza asiatica (molto più evoluta nel settore elettrico) e gli alti costi delle auto elettriche europee (poco acquistate), hanno indotto l’Ue a un dietrofront quasi obbligato.
Ad affermare ciò è stata la presidentessa della Commissione europea Ursula Von der Leyen e lo ha fatto in occasione di un incontro con i rappresentanti del settore. Sia Stellantis che il ministro Urso hanno dichiarato di trovarsi d’accordo con tale iniziativa. La Transizione ecologica, quindi, può aspettare, ma bisogna vedere se anche il nostro pianeta sarà disposto a farlo.